Qualche proverbio - 1a parte

12 – Qualche proverbio -

I proverbi sono stati definiti La saggezza dei popoli. Racchiudono in poche parole verità che sono il frutto di anni di osservazione. Sono un esempio di sintesi inimitabile e la forma è orecchiabile per essere facilmente memorizzata. Dice Mazzaperlini:

I pruvèrbi, cûn pasiénsa,

j ên stâ fàt da l’esperiénsa.

Partiamo da San Martino (11 novembre) perché l’anno agricolo di un tempo iniziava e terminava con questa festività.

Proverbi lungo l’anno:

Per San Martîn / la búta piena d’ vîn.

(Ma chî ch’rimpìs al butûn / l’è sempr’al siûr padrûn).

[A San Martino - la botte piena di vino! –

(Ma chi riempie la botte grande - è sempre il signor padrone)].

E qui ritorniamo ai tempi della mezzadria e alle infinite dispute tra padrone e mezzadro.

A San Martino un tempo si assaggiava il vino nuovo:

Per San Martîn / l’è ûra ‘d sentêr al vîn.

[Per San Martino è ora di assaggiare il vino (nuovo)]

Avvertimento importante: a S. Martino la semina deve essere conclusa, altrimenti il grano marcirà invece di germogliare, e l’annata sarà da fame:

Chi ch’a smêna a San Martîn / al gh’ha la sperânsa dal purîn,

[Chi semina a San Martino - ha la speranza del poveraccio]

Tempo brutto e neve non devono impensierire. Sotto la neve il grano è protetto dalle gelate e cresce più robusto. Del resto le stagioni sono tali perché ognuna ha una sua caratteristica.

Se a Nuvèmbr’a tîra ‘l trûn / pr’al furmênt al srà un an bûn.

Santa Bibiana / quarânta dì e ‘na stmâna.

([Come sarà il tempo il giorno di] Santa Bibiana

[così sarà per] quaranta giorni ed una settimana).

È sempre stato inteso così questo proverbio. In realtà, quando fu formulato, intendeva dire che il giorno di Santa Bibbiana sarà della stessa durata di un giorno di gennaio, dopo circa 40 giorni. Cioè avrà le stesse ore di luce e di notte.

La nòta d’ Sânta Lusìa / l’è la pu’ lùnga ch’a gh’ sìa

(La notte di Santa Lucia – è la più lunga che vi sia),

Anche in questo caso c’è confusione. In realtà la notte più lunga è quella tra il 21 e il 22 dicembre. L’errore è dovuto ad un computo sbagliato delle ore e dei minuti. Alla riforma del calendario voluta da Giulio Cesare (46 a. C.) sfuggirono alcuni secondi che, col passare dei secoli, diventarono circa una settimana. Gregorio XIII°, nel 1582, fece correggere l’errore.

Gli inverni di un tempo erano davvero brutti. Oltre al gelo vi erano le malattie stagionali:

L'inverno l'è 'l bòja dei veci,

el purgatorio dei puteléti,

e l'inferno dei poaréti.

(L’inverno è il killer dei vecchi, il purgatorio per i piccoli,

e l’inferno dei poveri).

Anche il foraggio deve essere razionato. Se si capisce che non basterà e che il cattivo tempo durerà più a lungo del previsto bisogna vendere o uccidere qualche animale:

Nadâl sensa la lûna / ad növ pègri gh’n’armàgn ùna.

[Natale senza la luna – di nove pecore ne sopravvive una)

Nadàl sensa la lûna / chi ch’a gh’ha dû vàchi a n’in mangia úna.

[Natale senza la luna – chi ha due mucche ne sacrifichi una].

12 Carnevale

Carnevale è periodo di festa e di divertimento, ma anche di spese:

Carnevâl l’è un bûn cumpàgn

perché ‘l vên ‘na vôta a l’an,

che s’al gnìsa tú-c i mêš

al srê l’arvîna dal paêš!

[Carnevale è un buon compagno perché capita una volta all’anno,

perché se capitasse ogni mese sarebbe la rovina del paese].

 

 

 

 

 

 

 

 

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